Credenze e Superstizioni:

 

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Durante l'impero molti Romani ritengono che la religione di Stato si sia ormai trasformata in un culto formale e privo di senso, ma ciò non segna la fine della religione. La gente continua a credere che gli dei e gli spiriti abbiano un ruolo nella loro vita e del resto vede segni, o presagi, dappertutto.

Presagi e Superstizioni:

I Romani sono incredibilmente superstiziosi. Sono convinti che alcuni giorni siano più sfortunati di altri e che gufi, serpenti e gatti neri portino sfortuna. Anche i Romani più istruiti hanno paura dei fantasmi. La gente si affida a portafortuna e a complicati rituali per allontanare i demoni e garantire fortuna e felicità.

Decifrare il futuro:

L'interpretazione della volontà divina, e quindi del futuro, assume connotati diversi. Alcuni sacerdoti, detti àuguri, osservano il comportamento di uccelli, nubi e stelle. I generali tentano di prevedere l'esito delle battaglie dal modo in cui le galline sacre beccano il cibo. Anche gli imperatori, per sapere se qualcuna sta tramando alle loro spalle, chiedono lumi agli astrologi. Nei momenti di grave crisi si consultano i Libri Sibillini, le rivelazioni della Sibilla cumana, una profetessa che al tempo dei re di Roma abitava in una grotta e sosteneva di essere in grado di leggere il futuro.

Religioni straniere:

A partire dal I secolo d.c. inizia a farsi sentire il bisogno di una fede religiosa che dia un senso all'esistenza e molti Romani abbracciano religioni di origine mediorientale. A differenza della religione di Stato, più attenta a valorizzare la realtà concreta e immediata, questi nuovi culti promettono, ad esempio, la vita dopo la morte.

Culto della dea madre:

Durante l'impero i Romani si accostano al culto della dea madre e in particolare di Iside (egizia) e Cibele (frigia). Le potenti dee hanno soprattutto un seguito femminile e i riti complessi che accompagnano le cerimonie sono incentrati sui temi della morte e della rinascita. Iside raggiunge la sua massima popolarità dopo il soggiorno di Cleopatra a Roma, nel 45 a.c. (708 anni dopo la fonazione di Roma).

Per soli uomini:

I seguaci del dio persiano Mitra si riuniscono in templi sotterranei e devono superare prove terribili, come essere rinchiusi in un sarcofago per ore. Il culto di Mitra è riservato agli uomini e conta adepti nell'esercito romano.

Ebrei e cristiani:

L'ebraismo e il cristianesimo, due religioni di provenienza mediorientale, sono entrambe monoteistiche. Ciò significa che i fedeli non possono, allo stesso tempo, venerare gli dei romani. Durante l'impero si assiste a una feroce persecuzione sia dei cristiani che degli ebrei. Migliaia di cristiani vengono condannati a morte e Adriano tenta di liberarsi completamente dell'ebraismo.

Divinità celtiche:

Nei paesi celtici della Britannia e della Gallia si assiste alla fusione di pratiche religiose indigene e culti romani che spesso contraddistingue la religione romana. Ma i Romani detestano i sacerdoti celtici, cioè i druidi, non soltanto per la loro propensione a praticare sacrifici umani, ma anche perché incoraggiano le popolazioni a resistere al dominio di Roma.